Giovedì 18 marzo scorso sarà capitato a non pochi studenti della statale di notare, al loro arrivo in università, un fatto molto molto strano.
Avvicinandosi all'ingresso sito proprio in fronte a via bergamini infatti, non si poteva fare a meno di rimanere sconcertati e spaventati: un cordone di più di venti carabinieri in assetto anti sommossa, muniti di scudi e manganelli, presidiava con fare minaccioso e preoccupato l'ingresso alla zona didattica dell'università degli studi di milano. Il primo pensiero che suscitava la vista di questa preoccupante scenografia era che, tutto ad un tratto, la svizzera avesse dichiarato guerra alla lombardia.
Per affrontare la crisi e creare nuovi posti di lavoro, il canton ticino aveva deciso di calare in un batter d'occhio lungo il corso del fiume omonimo, saccheggiando villaggi, violentando donne lombarde e imponendo il loro controllo sul nostro ricco e prospero territorio!
Lo strenuo tentativo della forze dell'ordine era quello di difendere i luoghi strategici del potere e dell'economia lombardi, tra i quali senza dubbio, spicca l'università...
...umh...ritrovando un briciolo di lucidità, e risvegliandosi da questo risiko surreale, dopo lo spavento iniziale dovuto alla scena apocalittica e minacciosa, si poteva presto intuire che la realtà non fosse quella. Se non altro per il semplice fatto che un'università distrutta e sfibrata come la nostra, non sarebbe certamente obiettivo sensibile in caso d'invasione per dei conquistadores....
Ma allora, cosa stava succedendo?