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Diario da Vienna. Parte1^: Whose streets? Our streets!

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imagesCon questo post inauguriamo il nostro diario da Vienna. A pochi giorni dalla conclusione delle celebrazioni e del controvertice per il decennale del Processo di Bologna vi presentiamo il racconto quotidiano di uno studente della Statale che ha partecipato alle tre giornate (11-14/03) di incontri e mobilitazioni. Buona lettura,

11marzo. Il campus universitario viennese invaso da studenti di tutta Europa. Strade traboccanti di migliaia di manifestanti per due ore, ovunque per le strade di Vienna scritte inneggianti al “bruciare” il Processo di Bologna. Il parlamento austriaco letteralmente assediato dai manifestanti alla conclusione della grande manifestazione studentesca. Camionette delle forze dell’ordine costrette a spostarsi all’impazzata e cordoni di polizia costretti a seguire senza sosta gli spostamenti in corsa di masse il cui obiettivo era uno solo: trovare il miglior modo per bloccare, rendere impossibile, l’ingresso nella “zona rossa” a ministri europei e delegati vari che avevano in programma un incontro celebrativo per festeggiare le “perfette” applicazioni compiute di quella dichiarazione di intenti stipulata ormai quasi 11 anni fa.

 

Questa, per immagini, è la descrizione del primo giorno del contro-vertice Bologna Burns, organizzato dalle realtà studentesche austriache e appoggiato e partecipato dai movimenti di più di 20 paesi europei.

Nella scelta del paese in cui festeggiare questa occasione i vari ministri avevano pensato che l’Austria fosse quella più adatta, considerandola il paese in cui i provvedimenti di riforma universitaria erano stati accolti con meno opposizioni che altri, dato anche il welfare alto di cui godono gli studenti austriaci. Ma proprio gli studenti austriaci hanno colto l’occasione al volo per organizzare un grandissimo movimento d’opposizione coinvolgendo più studenti europei possibili, dimostrando ai cari distruttori dell’istruzione pubblica che non è questa l’università che vogliamo, che non vogliamo cioè una università volta alla creazione di lavoratori dequalificati e precari, bensì una università volta al libero scambio di saperi e di conoscenza.

Proprio partendo dallo slogan urlato a gran voce da tutti che fa da titolo a questo diario, “Whose streets? Our streets!” con cui reclamavamo cioè i propri spazi di protesta e le proprie rivendicazioni, circa 7000 studenti si sono raccolti in Mariahilfer Straße per dare il via ad un lungo corteo, partito alle 17.00 circa, che ha attraversato buona parte di Vienna.

Il corteo si è concluso alle 19.00 circa dopo aver occupato in massa la scalinata di entrata del parlamento austriaco, srotolando uno striscione raffigurante un grosso punto interrogativo sottotitolato dalla scritta ironica e volontariamente provocatoria “Quo Vadis?”

A quel punto molti manifestanti si sono divisi in cinque grossi gruppi, di circa 400-500 persone ciascuno, ognuno raggruppato attorno ad una bandiera di diverso colore per il gran finale della giornata: i blocchi stradali organizzati e diretti dagli austriaci.

I gruppi di blocco si sono mossi tentando una azione contemporanea diretta da un coordinamento in comunicazione radio. In alcuni casi si è arrivati al contatto con la polizia che si era già posizionata con tanto di transenne tentando di impedire il raggiungimento di punti nevralgici per il blocco delle strade. In particolare uno di questi blocchi ha svolto bene la sua funzione e l’incontro fra delegati e ministri ha accumulato un ritardo di quasi due ore.

Mentre i blocchi tendevano a smembrarsi, verso le 9.00/9.30, la polizia ha fermato i gruppi rimasti meno numerosi facendo una cinquantina di identificazioni e 5 arresti. E’ stato poi comunicato che gli arrestati sono stati rilasciati in seguito.

Il clima generale comunque alla fine della giornata era di grande euforia e di consapevolezza di essere dentro una importante esperienza di controvertice.

Fine della prima parte.

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