Ci siamo fatti strumenti per l'indagine dei tratti più innovativi e perversi di quella macchina mortifera che è l'università pubblica italia, guardando con occhio attento benchè critico alla retorica del "bene comune". Dalle mobilitazioni ondivaghe del 2008, passando per l'occupazione delle biblioteche e l'autoformazione, abbiamo attivato una miriade di percorsi culturali e politici sulle mille declinazioni (mobilità, accesso ai saperi e all'informazione, diritto all'abitare) del processo di precarizzazione che investe il nostro presente di studenti, cittadini e soggetti attivi nel curioso universo della precarietà cognitiva.