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Siamo tutti omosessuali?

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Con questo articolo prende corpo la nostra collaborazione con "Fuori Controllo", collettivo della facoltà di Scienze Politiche, un benvenuto ai ragazzi, ed una buona lettura a tutti,fuoricontrollo

L'editoriale

Ogni stagione ha la sua emergenza, e l'estate 2009 si chiude con una serie di atti omofobi che hanno attraversato l'Italia (Roma, Firenze, Rimini,...). Come ogni emergenza degna di chiamarsi tale, la politica, l'associazionismo e la cosiddetta “società civile” si interrogano sui fatti accaduti, sul perché e sulle modalità attraverso le quali intervenire. Anche se poi ci si dimentica che il dramma dell'omofobia colpisce persone sole e indifese, e non può essere circoscrtta a un numero ristretto di casi sbattuti in prima pagina dai mass media. Scorrendo i giornali rimane un dubbio di fondo. Vi è una volontà concreta di fotografare una realtà, di informare l'opinione pubblica su situazioni frequenti di discriminazioni legate all'orientamento sessuale? Oppure tutto ciò è funzionale a fomentare quel clima di paura generalizzatro che trasforma ogni persona in un essere isolato, privo di relazioni sociali? Un dubbio che risulta essere sempre più fondato dalla repentina scomparsa di questi temi, come se l'Italia fosse diventato improvvisamente un paese gay friendly...

 

In tutto questo c'è una contraddizione di fondo che sta diventando sempre più esplosiva. Da una parte, a parole, la TOLLERANZA nei confronti dei diversi orientamenti sessuali sembra essere raggiunta, dall'altra, però, c'è una discrepanza sempre maggiore tra il discorso pubblico (individuale e politico), e i frequenti atti di omofobia e la mancanza di leggi che tutelino la comunità LGBTQ.

Come mai? Non dovrebbero andare di pari passo? Forse la risposta sta in una sola parola: TOLLERANZA. Finché si tollera, si dà per scontato che c'è una diversità da accettare, un confine che separa le persone in base alle preferenze sessuali. Proprio quando la Normalità Eterosessuale accetta coloro che stanno al di là, ne sancisce la posizione ai margini della società ponendosi in una condizione di superiorità. In una situazione del genere, l'Uguaglianza resta e resterà un miraggio: due mondi che si guardano, con sospetto o tolleranza, rimangono due entità separate.

E quindi? La risposta è semplice, quanto ardua: iniziare a abbattere questi confini, a mescolarci, unirci, insomma a contaminarci in tutto e per tutto. La Normalità Eterosessuale dovrebbe smettere di osservare, magari esprimere una solidarietà o guardare con pena, dovrebbe smettere di parlare e stare in selenzio per ascoltare le voci di chi starebbe al di lá. La comunità LGBTQ, dovrebbe provare a rompere l'isolamento, anche quando esso risponde a un'esigenza di autotutela e di autodifesa nella societá che la tollera solo nella misura in cui rimane nel ghetto. E la politica? Meglio lasciarla da parte, prigioniera quale è delle autorità ecclesiastiche e delle dinamiche partitiche interne, a destra come a sinistra.

E quindi? Partiamo dal nostro piccolo, dalla nostra persona e dalle nostre relazioni, per arrivare a gridare al mondo intero, senza vergogna, SIAMO TUTTI OMOSESSUALI!

Facciamolo il 10 ottobre, a Piazza della Repubblica, Roma, quando il movimento lesbico, gay, bisessuale e transgender scenderà in piazza per chiedere parità dei diritti per tutte e tutti. O nelle iniziative che stanno lentamente contaminando l'austera e fredda etorosessualitá del nostro ateneo, come il cineforum organizzato da Gay Statale (http://gaystatale.blogspot.com/) o l'incontro/dibattito contro l'omofobia organizzato per martedí 13 ottobre da Fuori Controllo, gruppo politico di Scienze Politiche

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Ultimo aggiornamento Domenica 11 Ottobre 2009 19:26  

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