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Pisa, Fragole e Champagne. Studenti e precari irrompono nel party del rettore

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Pisa, Fragole e Champagne. Studenti e precari irrompono nel party del rettore

16 giugno 2009, a Pisa si festeggia il patrono della citta', san Ranieri, anche il nostro magnifico rettore si e' organizzato la serata per festeggiare con la sua corte all'interno del  rettorato. Ma il rettore non sapeva che qualcosa di anomalo stava per piamboragli addosso: e cosi' all`inizio dei festeggiamenti, un centianio fra studenti e precari sono entrati nel riservatissimo party del rettore per leggere  una lettera aperta che  ricordasse la politica di bilancio dell'ateneo tutta tesa a finanziare banchetti cerimonie e indennizzi di cariche e a tagliare voci di bilancio evidentemente per lui meno importanti, come i fondi per le biblioteche o per la didattica.

Di seguito la lettera  aperta al rettore

Caro Marco,

Scusa se ti do del tu ma in altro modo non riesco a pormi nei tuoi confronti. Da subito ho provato verso di te una grande simpatia e da subito ho cercato in tutti i modi di stabilire un contatto.
Quante volte ho cercato di chiederti un appuntamento, invitarti ad uscire, confrontarci sulle cose, parlare, vederci anche solo per una pizza o un aperitivo.

Quanti rifiuti ho ricevuto da parte tua, quante volte non hai dato neanche attenzione alle mie richieste, se scrivo questa lettera in questo giorno di festa e di giubilo è perché non riesco ad immaginare altro modo per comunicare con te.

Prima di tutto sembra giusto presentarmi (sono sicuro che la mia identità in tutto questo tempo ti sia sfuggita), purtroppo o per fortuna sono tante cose e molti modi.
Un po’ per colpa mia e un po’ per merito tuo riesco ad essere studente e studentessa, precario e precaria, donna e uomo, lavoratore e precario della ricerca, dottorando, esternalizzato,  strutturato e tanti altri svariati modi di vivere questa università. Riesco ad essere fuoricorso e in pari con gli esami, riesco ogni volta a districarmi tra mille ostacoli per arrivare a fine mese, sempre ringraziandoti per ogni nuova difficoltà che riesci a mettere nella mia vita, che sia un taglio del personale bibliotecario, una
nuovissima tassa sui fuoricorso o un nuovo corso a cui devo insegnare gratuitamente.

Caro Marco quello che proprio non riesco a capire è come mai non vuoi fare qualche regalo anche a me, qualche minima attenzione che in qualche modo possa agevolare questa corsa ad ostacoli.
Ti sembra giusto che ad altri hai dato così tanto e a me così poco?

Il buon Riccardo Grasso, fulgido esempio di amministrazione incomprensibile, vede il suo stipendio raddoppiato se riesce a raggiungere gli obbiettivi che lui stesso formula e che lui stesso auto valuta. Quella brava persona di Angelo Baggiani è diventato un provetto scalatore così pronto ad affrontare nuove vette che sta anche smettendo di fumare…

Tutto intorno a te si va creando una nuova università dal futuro radioso e con i conti solo un poco traballanti, ma anche qui le tue capacità si sono palesate in tutta la loro potenza. È bastato togliere soldi alle biblioteche, alle facoltà e alla didattica ed ecco che è possibile mantenere cerimonie, indennizzi di carica e tutto ciò che serve realmente per far andare avanti l’ateneo pisano.

Se ancora non hai capito io da te voglio imparare e conoscerti, studiarti, capire come riesci a fare tutto questo. Sai quante volte ho cercato distarti vicino e non mi è stato permesso?

Ecco non lo sai, ti faccio qualche esempio perché sono sicuro che, se tu ne fossi stato a conoscenza, non avresti permesso di farci stare lontano. Pensa mi è capitato di provare a correre verso di te e sono stato inseguito per i corridoi di questo rettorato, fermato e quasi arrestato. Ed io che volevo solo capire come tu e Riccardino eravate così bravi a redigere un bilancio.

Mi è capitato di volermi sedere vicino a te e ascoltare insieme la rresentazione del libro di Marcello Pera, ma di fronte ho trovato uno schieramento di strani uomini vestiti di blu, uomini che mi sembravano tutt’altro che pacifici, infatti quando ho provato a sbracciarmi per richiamare la tua attenzione questi strani personaggi hanno pensato bene di darmi una bastonata in testa. E pensare che eri così affascinante nel tuo incedere senza curarti di niente, preso in chissà quale importante ragionamento sul futuro di questa università, così assorto da neanche notare tutte quelle strane persone che mi impedivano di raggiungerti.
Caro Marco in definitiva quello che ti chiedo è un aiuto, io in questa università non riesco quasi più a starci, anzi mi sembra quasi che sei tu che non vuoi più che io ci stia.
Ho così tante difficoltà che questa sera mi è toccato venire qui per brindare con qualcuno ed è tutto il giorno che aspetto che il buon San Ranieri faccia qualche miracolo anche per me.

Ora, mi sembra, che la possibilità di vederti e farmi ascoltare sia già qualcosa di soprannaturale. Vorrei chiudere questa lettera con un piccolo aneddoto: una volta avevano chiesto al buon vecchio zio Marx, (il comico chi altro pensavi?)  di spiegare cosa era stata la crisi del 29, lui, come al suo solito, rispose con una lucida analisi economica: Durante la grande depressione, disse, erano i piccioni a portare da mangiare ai passanti in Central Park.
Ecco in questo periodo di profonda crisi e difficoltà mi è sembrato giusto venire a vedere se c’era qui qualcosa anche per me.

p.p.s. Posso chiederti un ultima cosa? Visti i continui attacchi che mi è capitato di ricevere d’estate potresti in qualche modo evitare di esagerare nei brindisi? Non vorrei che poi fossi troppo agitato e ancora una volta i tuoi atti venissero addebitati a me, sai la movida pisana ha un fascino irresistibile..

Un Buon San Ranieri
 
 
17/06/09

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Ultimo aggiornamento Sabato 20 Giugno 2009 08:55  

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