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Manifesto dei lavoratori della Conoscenza

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In questo Manifesto i lavoratori della conoscenza si riconoscono e definiscono che cosa è - e che cosa tende a diventare - la conoscenza nella società contemporanea e chi sono i soggetti che producono, oggi, conoscenza. Esso vuol essere un primo passo verso la costruzione condivisa di una risposta nei confronti di tutte quelle forze impersonali e soggettive che, in questo Paese, hanno da tempo dichiarato "guerra all'intelligenza!

 

MANIFESTO DEI LAVORATORI DELLA CONOSCENZA

La conoscenza rappresenta il centro dei meccanismi della valorizzazione capitalistica contemporanea. Non dimentichiamo che essa ha avuto un ruolo fondamentale anche nei processi produttivi del passato, ma oggi si è trasformata nel principale fattore su cui si fonda l'accumulazione.

Se nella produzione fordista la conoscenza era più incorporata nelle macchine che nel lavoro, oggi essa è requisito, qualità ed elemento distintivo della prestazione lavorativa in sé, incorporata perciò nel cervello e nel cuore del lavoratore. Diviene allora, ancor più che mai, oggetto di tentativi di controllo, di mercificazione e di rapina. L'accumulazione contemporanea si fonda sull'appropriazione del lavoro vivo e della cooperazione sociale. L'attuazione dei processi di mortificazione (talora suadente) di ciò che è lavoro vivo rispondono esattamente alla logica della valorizzazione capitalistica attuale.

 

La natura della conoscenza

La conoscenza è un bene comune. Non è per sua natura un bene privato né un bene di proprietà dello Stato. Non può essere un bene privato perché è attraverso la socializzazione che essa si valorizza. Non è un bene di proprietà dello Stato poiché la conoscenza esiste al di fuori dei limiti e dei condizionamenti delle istituzioni statali.

La conoscenza è apprendimento, consapevolezza, coscienza acquisita nel tempo e nel mondo. La cooperazione e la trasparenza sono le basi su cui la conoscenza cresce. Per questo occorre preservare la libera circolazione della conoscenza e di conseguenza la possibilità di scelta di chi partecipa all'apprendimento.


La conoscenza è parte costitutiva di colui o colei che la produce o la trasmette. In questo senso essa è unica e sempre differente, reca cioè l'impronta del soggetto conoscente. Perciò non è mai del tutto espropriabile dalla singolarità che la produce o che la assimila. In questo senso la conoscenza pone sempre in essere un'eccedenza. Questa eccedenza è potenzialmente ostile a ogni tipo di gerarchia.


La conoscenza è, d'altro lato, un processo mai solo individuale. Essa si articola e si
sviluppa nel corso dell'esistenza del soggetto, attraverso i percorsi formativi e di
apprendimento, i ruoli, le relazioni, le condizioni mutevoli che ogni individuo (o
gruppo) si trova a attraversare e a rivestire. La conoscenza è un processo dinamico, si sviluppa storicamente nel rapporto tra le singolarità e la generalità proprie del sapere.


Tuttavia, per quanti sforzi possano essere fatti, la conoscenza non può essere solo
soggetta all'esclusività della proprietà privata. Essa tende a sfuggire, per sua natura,
alle recinzioni. Chi trasmette conoscenza non se ne priva.

 

 

I soggetti della conoscenza

Definiamo lavoratore e lavoratrice della conoscenza colui o colei che utilizza, almeno
in gran parte o completamente, le proprie capacità intellettuali, cognitive, relazionali,
linguistiche, esperienziali ed emotive all'interno della propria prestazione lavorativa.

Il lavoratore e la lavoratrice della conoscenza producono e trasmettono, con la propria singolarità, un bene comune. Di questo devono essere coscienti, divenendo soggetti responsabili in grado di far valere collettivamente il punto di vista del comune nei confronti dell'indebita appropriazione privatistica dei frutti della cooperazione cognitiva.

Il rapporto contrattuale che contraddistingue il lavoratore, la lavoratrice della conoscenza si presta particolarmente al rapporto individuale di lavoro. In un certo senso, esso rappresenta l'emblema, il paradigma, dell'individualismo contrattuale contemporaneo. Nella realtà, esso si manifesta in una estrema variabilità di contratti ad personam, rapporti atipici individuali, forme di collaborazione singola. Perfino in un contesto collettivo di lavoro, si traduce, sempre più diffusamente, in meccanismi di contrattazione individuale, tramite superminimi, incentivi individuali, premi individuali di produttività.


La lavoratrice, il lavoratore della conoscenza, a causa di questi meccanismi, vive una delle condizioni lavorative più soggette alla legge del ricatto e consenso. Il ricatto deriva dal rapporto individuale di lavoro che, nella solitudine, tracima spesso in precarietà occupazionale e quindi in precarietà di reddito e delle prospettive di vita/esistenziali. Il consenso si genera perché la sfera lavorativa individuale si basa su una doppia illusione: quella di potersi esprimere liberamente, riconoscendosi nel proprio lavoro, e quella che prima o poi le proprie capacità e il proprio talento verranno riconosciute e valorizzate.


La lavoratrice e il lavoratore della conoscenza stanno dunque tra l'illusione della
realizzazione e del successo personali e la miseria reale della svalorizzazione del proprio lavoro. Le potenzialità della soggettività consapevole, intesa nella sua dimensione collettiva, dei lavoratori della conoscenza non sono ancora state riconosciute ed esplorate fino in fondo.


I lavoratori della conoscenza, attraverso questo Manifesto, vogliono innanzitutto
rendersi visibili, uscire allo scoperto, individuando autonomamente i propri bisogni e
le proprie rivendicazioni. Opponendosi così alla logica brutale e dominante che li tiene divisi, li impoverisce materialmente e intellettualmente e li mette in concorrenza fra di loro.

Scommettiamo sul fatto che la conoscenza possa essere usata anche come un'arma per rafforzare il valore e il potere dell'individuo nell'ambito delle relazioni e delle situazioni, sia in contesti sociali e/o quotidiani comunque vissuti volontariamente e liberamente, che in contesti professionali imprevedibili e non dominabili dove la maggior e miglior conoscenza consente di fare scelte consapevoli. Compiamo con ciò un primo passo verso la costruzione condivisa di una risposta adeguata nei confronti di tutte quelle forze impersonali e soggettive che hanno ormai da tempo dichiarato "guerra all'intelligenza".

La versione inglese è scaricabile qui.

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Ultimo aggiornamento Sabato 18 Aprile 2009 20:54  

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