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Martedì 2 marzo vediamoci a pranzo!

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Nel percorso di lavoro e ricerca suoi problemi del diritto allo studio, torniamo a occuparci della questione mense. Ci incontriamo martedì 2 marzo dalle 12 in atrio bacheche per mangiare assieme e parlarne per bene. Per qualche informazione in più sul tema è possibile scaricare qui l'inchiesta che abbiamo realizzato, come sempre trovate altri materiali sul sito del ComitatoMensa di CittàStudi.

Il diritto allo studio ha fame
Torniamo a occuparci di mense. Ci incontriamo per pranzo, martedì 2 marzo dalle 12 in atrio bacheche per mangiare e parlarne.
Non vale mai la pena di lasciar correre sui problemi più evidenti, e il momento pranzo è chiaramente  una difficoltà quotidiana per ogni studente che frequenti la sede di via Festa del Perdono. Per chiunque non desideri ripiegare tutti i giorni su un panino e non possa tornarsene a casa, l'alternativa più ovvia è la mensa universitaria: il servizio di ristorazione è gestito da una ditta in appalto incaricata dal CIDiS, ma la qualità delle portate e i prezzi lasciano a dir poco a desiderare.
Questa è una delle note dolenti del sistema di tutela e diritto allo studio per gli iscritti alla Statale e non solo, che peraltro offre un numero molto basso di posti letto agli studenti (circa cinquecento sulla totalità degli iscritti, nonostante gli sforzi di incremento tentati negli ultimi anni), e che pur spacciando come successo l'erogazione di borse di studio a tutti gli studenti richiedenti idonei, ne individua la causa nella ormai totale inadeguatezza dei requisiti economici stabiliti per l'accesso alle graduatorie in questione (insomma nella diminuzione degli idonei).
Sulla questione mensa però c'è da aggiungere una cosa che la differenzia da questi altri problemi accennati: la mancanza di un progetto del CIDiS, anche con obiettivi a lungo termine, di miglioramento del servizio, di abbassamento dei prezzi etc., o anche solo un'analisi realistica dei difetti dell'attività di ristorazione.
Ovviamente i prezzi della mensa di FdP sono alti perché il CIDiS non stipula appalti più vantaggiosi e (più realisticamente) perché contribuisce alla spesa dei pasti solo per una piccola fascia di studenti (gli idonei alle borse di studio) e non ha soldi per fare di più, riuscendo a malapena a espletare le proprie attività ordinarie. Dunque oltre a non registrare il problema il Consorzio per il diritto allo studio non dispone presumibilmente delle risorse necessarie a incrementare il suo intervento in questo ambito, pare si attendano modifiche alla legislazione nazionale vigente, ormai datata.
Ma nonostante la mancanza di provvedimenti governativi volti ad aggiornare i requisiti economici e di merito delle fasce di studenti da tutelare, grazie a questa tanto pompata autonomia di gestione la Regione e il CIDiS non hanno di certo le mani legate.
Nel 2007 la Regione Lombardia ha erogato al CIDiS poco meno di 11 milioni di euro, e presumibilmente tale cifra non supera di molto quanto la Regione stessa riscuote al momento dell'iscrizione di ogni studente per mezzo della tassa regionale per il diritto allo studio, fissata a 100,00 euro. Dunque non esiste praticamente nessun investimento regionale vero e proprio in materia di diritto allo studio universitario. Per tornare alla questione seguita finora: la gestione delle agevolazioni per il servizio mensa può strutturarsi in modo molto diverso anche semplicemente sulla base di decisioni prese a livello di Regione e CIDiS: in Piemonte vengono compresi come aventi diritto a tariffe mensa sensibilmente più basse del prezzo pieno studenti appartenenti a fasce di reddito molto più alte rispetto a quelle considerate dal Consorzio di Milano (la somma che manca per raggiungere il prezzo pieno del pasto la paga chiaramente l'EDISU Piemonte alla ditta che fornisce il servizio); in Toscana il prezzo per tutti gli studenti di un pasto completo è di 2,50 euro. Alternative di gestione del servizio sono dunque chiaramente possibili e non così lontane, a condizione di reperire i finanziamenti necessari e di individuare esigenze e problematiche.
La prima idea che ci viene in mente di fronte a una situazione simile è parlarne. Teniamo alto l'interesse e il dibattito sulla questione, elaboriamo proposte, richieste, soluzioni alternative. Una questione che influisce quotidianamente sui nostri comportamenti e il nostro modo di vivere il tempo in università necessita di un nostro contributo attivo. Ecco un esempio stupido: gli accordi da contratto che il CIDiS ha preso con la ditta appaltatrice del servizio mensa prevedono che un pasto completo abbia il prezzo pieno di 5,50 euro. Fino a qualche settimana fa con quella somma si potevano ottenere vari menu (bis di primi, tris di primi, secondi e verdure..), ma mai un pasto vero e proprio. Fatta notare al CIDiS questa stranezza abbiamo suscitato lo sgomento generale: non sprizzavamo di gioia di fronte a un bis di primi? nessuno voleva più il menu tradizionale! Qualche giorno dopo appare in mensa un nuovo cartello: ora MENU COMPLETO a 5,50 euro.
Insomma forse è il caso allora che qualcuno cominci a notare che nel menu previsto dagli appalti ci si dimentica puntualmente dell'acqua, o che la pasta sembra minestra, e che quel qualcuno, possibilmente con altri studenti, contatti il CIDiS per uno scambio di opinioni, perché, anche se non tutto è così facile come stabilire che cosa significa 'menu completo', non è vero che le cose non possono essere modificate.
I tagli economici già operati e che si prospettano e le conseguenti modifiche di distribuzione delle risorse pongono presumibilmente una pesante ipoteca ad ogni possibilità di incremento e maggiore efficienza dei servizi del diritto allo studio, motivo ulteriore per concentrare la nostra attenzione su tali questioni, vigilare affinché non venga sacrificato nulla di quanto oggi viene fatto e comunque premere per un miglioramento.
Ancora una volta vogliamo accompagnare riflessioni e discussioni a un momento simbolico di golosa protesta verso prezzi, qualità e scelte di gestione da parte del CIDiS del servizio mensa di via Festa del Perdono e del generale disinteresse da parte della gestione universitaria (pensiamo solo al fatto che non esiste un locale riscaldato in cui sia possibile consumare un pasto portato da casa).
Oltre al cibo ci piacerebbe scambiare informazioni e notizie utili e poi idee e proposte da attuare collettivamente sul tema.
Ci incontriamo per un pranzo assieme Martedì 2 Marzo in atrio dalle 12. Cuciniamo noi.
L'approfondimento
Il diritto allo studio ha fame

Non vale mai la pena di lasciar correre sui problemi più evidenti, e il momento pranzo è chiaramente  una difficoltà quotidiana per ogni studente che frequenti la sede di via Festa del Perdono. Per chiunque non desideri ripiegare tutti i giorni su un panino e non possa tornarsene a casa, l'alternativa più ovvia è la mensa universitaria: il servizio di ristorazione è gestito da una ditta in appalto incaricata dal CIDiS, ma la qualità delle portate e i prezzi lasciano a dir poco a desiderare.
Questa è una delle note dolenti del sistema di tutela e diritto allo studio per gli iscritti alla Statale e non solo, che peraltro offre un numero molto basso di posti letto agli studenti (circa cinquecento sulla totalità degli iscritti, nonostante gli sforzi di incremento tentati negli ultimi anni), e che pur spacciando come successo l'erogazione di borse di studio a tutti gli studenti richiedenti idonei, ne individua la causa nella ormai totale inadeguatezza dei requisiti economici stabiliti per l'accesso alle graduatorie in questione (insomma nella diminuzione degli idonei).
Sulla questione mensa però c'è da aggiungere una cosa che la differenzia da questi altri problemi accennati: la mancanza di un progetto del CIDiS, anche con obiettivi a lungo termine, di miglioramento del servizio, di abbassamento dei prezzi etc., o anche solo un'analisi realistica dei difetti dell'attività di ristorazione.
Ovviamente i prezzi della mensa di FdP sono alti perché il CIDiS non stipula appalti più vantaggiosi e (più realisticamente) perché contribuisce alla spesa dei pasti solo per una piccola fascia di studenti (gli idonei alle borse di studio) e non ha soldi per fare di più, riuscendo a malapena a espletare le proprie attività ordinarie. Dunque oltre a non registrare il problema il Consorzio per il diritto allo studio non dispone presumibilmente delle risorse necessarie a incrementare il suo intervento in questo ambito, pare si attendano modifiche alla legislazione nazionale vigente, ormai datata.
Ma nonostante la mancanza di provvedimenti governativi volti ad aggiornare i requisiti economici e di merito delle fasce di studenti da tutelare, grazie a questa tanto pompata autonomia di gestione la Regione e il CIDiS non hanno di certo le mani legate.
Nel 2007 la Regione Lombardia ha erogato al CIDiS poco meno di 11 milioni di euro, e presumibilmente tale cifra non supera di molto quanto la Regione stessa riscuote al momento dell'iscrizione di ogni studente per mezzo della tassa regionale per il diritto allo studio, fissata a 100,00 euro. Dunque non esiste praticamente nessun investimento regionale vero e proprio in materia di diritto allo studio universitario. Per tornare alla questione seguita finora: la gestione delle agevolazioni per il servizio mensa può strutturarsi in modo molto diverso anche semplicemente sulla base di decisioni prese a livello di Regione e CIDiS: in Piemonte vengono compresi come aventi diritto a tariffe mensa sensibilmente più basse del prezzo pieno studenti appartenenti a fasce di reddito molto più alte rispetto a quelle considerate dal Consorzio di Milano (la somma che manca per raggiungere il prezzo pieno del pasto la paga chiaramente l'EDISU Piemonte alla ditta che fornisce il servizio); in Toscana il prezzo per tutti gli studenti di un pasto completo è di 2,50 euro. Alternative di gestione del servizio sono dunque chiaramente possibili e non così lontane, a condizione di reperire i finanziamenti necessari e di individuare esigenze e problematiche.

La prima idea che ci viene in mente di fronte a una situazione simile è parlarne. Teniamo alto l'interesse e il dibattito sulla questione, elaboriamo proposte, richieste, soluzioni alternative. Una questione che influisce quotidianamente sui nostri comportamenti e il nostro modo di vivere il tempo in università necessita di un nostro contributo attivo. Ecco un esempio stupido: gli accordi da contratto che il CIDiS ha preso con la ditta appaltatrice del servizio mensa prevedono che un pasto completo abbia il prezzo pieno di 5,50 euro. Fino a qualche settimana fa con quella somma si potevano ottenere vari menu (bis di primi, tris di primi, secondi e verdure..), ma mai un pasto vero e proprio. Fatta notare al CIDiS questa stranezza abbiamo suscitato lo sgomento generale: non sprizzavamo di gioia di fronte a un bis di primi? nessuno voleva più il menu tradizionale! Qualche giorno dopo appare in mensa un nuovo cartello: ora MENU COMPLETO a 5,50 euro.
Insomma forse è il caso allora che qualcuno cominci a notare che nel menu previsto dagli appalti ci si dimentica puntualmente dell'acqua, o che la pasta sembra minestra, e che quel qualcuno, possibilmente con altri studenti, contatti il CIDiS per uno scambio di opinioni, perché, anche se non tutto è così facile come stabilire che cosa significa 'menu completo', non è vero che le cose non possono essere modificate.
I tagli economici già operati e che si prospettano e le conseguenti modifiche di distribuzione delle risorse pongono presumibilmente una pesante ipoteca ad ogni possibilità di incremento e maggiore efficienza dei servizi del diritto allo studio, motivo ulteriore per concentrare la nostra attenzione su tali questioni, vigilare affinché non venga sacrificato nulla di quanto oggi viene fatto e comunque premere per un miglioramento.

Ancora una volta vogliamo accompagnare riflessioni e discussioni a un momento simbolico di golosa protesta verso prezzi, qualità e scelte di gestione da parte del CIDiS del servizio mensa di via Festa del Perdono e del generale disinteresse da parte della gestione universitaria (pensiamo solo al fatto che non esiste un locale riscaldato in cui sia possibile consumare un pasto portato da casa).
Oltre al cibo ci piacerebbe scambiare informazioni e notizie utili e poi idee e proposte da attuare collettivamente sul tema. Ci vediamo martedì, cuciniamo noi.

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oggi è stata una gradevole ed apprezzata sorpresa, spero di ritrovarvi ancora in futuro :)
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Ultimo aggiornamento Venerdì 26 Febbraio 2010 19:42  

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