Sulla chiusura dei civici licei serali

Mercoledì 16 Settembre 2009 13:19 CollettivoClimax
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Aggiornamenti

In questi giorni potrà capitarvi di passare in Piazza XXV Aprile, al civico 8. Vi capiterà, a noi è capitato, di incontrare un gruppo di ragazzi che resistono alla chiusura progressiva dei civici licei serali milanesi. Abbiamo chiesto loro di spiegarci cosa sta succedendo, perchè occupano la sede soggetta al trasferimento e quali cambiamenti interverrano nei mesi a venire. Dalle parole del Collettivo Climax, un contributo sul tema...

Forse non ci crederete ma la nostra città non è soltanto la Milano dell’Expò, la città vetrina della moda e della finanza. Meglio detto: ancora, non è soltanto questo.

Incastonata tra il vecchio quartiere Isola, dove ora imperano ruspe e cantieri a cielo aperto, e Corso Como, dove il sabato sera si ritrova la Milano fashion, R-esiste il “Gandhi” nome che prendono i Civici Licei Serali.

Civici Licei Serali: imprimetevi questo nome nella memoria, perché forse tra solo un anno rimarrà un ricordo.

 

Rileggendo questo nome e capendone il significato d’ogni componente potrete comprendere l’essenza e il valore reale di questa istituzione.

Una breve analisi socio-grammaticale ci aiuterà ad assolvere questo compito:

Civici: Aggettivo, significa “della città” vale a dire pubblico

Licei: Sostantivo, significa istruzione, cultura, saperi

Serali: Aggettivo, significa che andiamo a scuola dalle 18.30 alle 22.30

Avete capito? Stiamo parlando degli UNICI licei serali pubblici esistenti in tutta Italia.

La nostra scuola è frequentata da giovani e meno giovani, tutti lavoratori o in cerca di lavoro, un piccolo crocevia di genti diverse accomunate dalla volontà di poter tornare allo studio, precedentemente abbandonato per motivi economici, familiari o personali.

Chiunque dopo una giornata di lavoro ha voglia di tornare a casa, mangiare, e poi uscire e staccare. Inverosimilmente c’è chi dopo l’orario di lavoro si appresta ad entrare in classe, aprire i libri e consumare la cena durante l’intervallo.

Perché lavorare di giorno e studiare di sera? Perché non abbiamo potuto studiare prima o anche perché non l’abbiamo voluto. Ad ogni modo non l’abbiamo fatto e ora, anche a costo di non dormire praticamente mai, abbiamo voluto rimediare: chi lo fa per il puro interesse e passione ad uno studio non affrontato prima (i non più giovanissimi con un lavoro fisso e spesso una famiglia) chi perché ha una vita da costruire, uno studio frammentato da riprendere per andare avanti, conseguire il diploma e poi –perché no?- andareoma e poi andarei, uno studio frammentato da riprendere per all’università.

C’è anche qualcuno che ha già una laurea o due ma ha voglia di rimettersi in gioco, di tenere la mente aperta e di aggiornare le proprie conoscenze.

Per tutti dunque una risorsa importante ma per i giovani lavoratori più di questo: Per loro, per noi, i Civici Licei Serali sono stati l’unica opportunità di poter riprendere la propria vita in mano, di determinare un futuro diverso.

Sono stati” perché ora, per volontà di chi amministra e governa questa Città, non lo saranno più. Per quanto la Segreteria scolastica (dati alla mano) abbia raddoppiato il numero di richieste di iscrizioni, l’assessore Moioli ha decretato la chiusura di pressoché tutte le classi garantendo lo svolgimento della didattica solo per due quinte.

Buona parte dell’utenza di questa scuola si vedrebbe dunque costretta a re-iscriversi in scuole private (e i soldi?) o, più probabilmente, ad abbandonare gli studi.

E’ evidente che se la manovalanza di queste misure porta il nome dell’assessore Moioli l’intenzione e la decisione politica provengono da tutta l’amministrazione comunale, intenzioni peraltro in piena concordanza con la politica nazionale del governo rispetto all’istruzione pubblica tutta.

Il diritto allo studio, sancito dalla Costituzione, sembra non interessare il Comune della nostra città.

Le motivazioni parlano di carenza di iscritti e necessità di razionalizzazioni.

La realtà presenta fatti diversi: studenti mandati a casa, domande di iscrizione dimenticate e soprattutto mancata divulgazione negli ambiti cittadini (scuole, biblioteche, quartieri) dell’esistenza dei corsi stessi.

Chi può volersi iscrivere a qualcosa di qui non conosce l’esistenza?

Le istituzioni sono sorde alle nostre richieste: appare oggi chiaro che le uniche forze sulle quali possiamo fare affidamento sono le nostre! Nostra deve essere la capacità di reagire e mobilitarci, di rendere azione concreta la rabbia e la costernazione che proviamo di fronte alla politica dedita a curare interessi economici e negare diritti (nostri) e doveri (loro) elementari.

Lunedì 14 Settembre anche gli studenti-lavoratori delle civiche serali vogliono tornare dietro i banchi!

L’anno scorso la mobilitazione degli studenti e degli insegnanti delle civiche serali era iniziata il primo o il secondo giorno di scuola ed aveva anticipato l’autunno caldo dell’Onda. Assemblea e poi agitazione permanente con tanto di Sportello Studentesco destinato a prendere quelle iscrizioni che la Segreteria, per ordine dell’amministrazione, doveva rifiutare, presidi in p.za della Scala etc.

Lo sforzo c’era stato, da parte di tutti/e. Ma il risultato, come l’attuale condizione ci rende noto, no. Perché? Cosa potevamo e dovevamo fare che non abbiamo fatto? Come riuscire?

E’ con queste domande che gli studenti senza più classe si sono ritrovati nei primissimi giorni di Settembre, decidendo insieme al corpo docente, di dare vita allo stato d’agitazione permanente due settimane prima all’inizio dell’anno scolastico.

Con la determinazione dettata dalla disperata situazione (non è un’esagerazione, ricordate? Per molti di noi questa scuola rappresenta l’ultima e unica possibilità di studiare), la volontà di trovare forme efficaci di lotta e la consapevolezza delle nostre ragioni.

L’assemblea ha già steso un fitto programma di mobilitazioni e iniziative, interne ed esterne allo spazio scolastico, che saranno presto divulgate mediante comunicati, volantini etc.

Non vogliamo solo urlare le nostre ragioni al megafono, non solo srotolare striscioni, vogliamo resistere per continuare ad esistere. Vogliamo l’apertura di tutte le classi previste dai corsi, nonché salvaguardare e rilanciare l’opportunità che l’istruzione pubblica serale può garantire a tutti i giovani lavoratori di Milano.

Non è una lotta facile, per niente. Ma è necessario combatterla, con la stessa energia con la quale i precari della scuola si sono incatenati davanti al Provveditorato, augurandoci che come l’anno scorso la nostra voce sia solo un piccolo anticipo di un grido più alto, comune a tutto il mondo dell’istruzione. Un augurio necessario poiché la nostra vertenza potrà trovare esiti positivi solo all’interno di una lotta più ampia che unisca condizioni specifiche in rivendicazioni comuni.

E a me che importa?” T’importa. T’importa perché anche tu, studente universitario, l’anno scorso eri con noi a mobilitarti contro la Gelmini e in difesa dell’istruzione pubblica. E qui cambia il contesto ma non il concetto. Cambiano i nomi ma non le condizioni. Riguarda te giovane precaria che a 17 anni hai abbandonato gli studi per poter portare qualche soldo a casa e averne qualcuno per te, tu sei nella nostra medesima condizione e la nostra lotta parla dei tuoi diritti.

Riguarda te papà, mamma o sorella maggiore perché avrete figlie o fratelli minori che presto o tardi potrebbero avere qualsiasi tipo di problema nella propria scuola: avete idea di quale sia il dato d’abbandono scolastico nella nostra metropoli?

Riguarda in prima persona anche te, “semplice cittadino”, perché il diritto all’istruzione per tutti/e è la condizione essenziale alla crescita e allo sviluppo professionale e umano di tutte le giovani generazioni che vivono questa città.

Perché da questa città chiediamo anche qualcosa per noi, studenti e giovani lavoratori, e non solo un futuro di precarietà nella cornice dell’Expò e dei grandi finanziamenti, l’artificiosa e splendente scatola che nasconde una realtà di privatizzazioni e tagli dettati dalla volontà politica di tenerci nel silenzio dell’ignoranza.


Collettivo climax

 

Comments

avatar Elisa
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Contattatemi: unghietta@inwind.it
Sono una studentessa di Bergamo e voglio scrivere delle vostre proteste su Numero Zero, il periodico autogestito che ho fondato lo scorso anno.
Ci conto.
Lotta dura, io sono dalla vostra.
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Ultimo aggiornamento Lunedì 21 Settembre 2009 14:44