
L'editoriale
Sono le lenti dei detrattori di marystar ad essere appannate o il corrierone nazionale si sta trasformando nell'ufficio stampa del Miur? In ogni caso la nostra risposta recita più o meno così: "di giavazzi ne bastava uno!"
Già, perchè a pag.1 del corsera di oggi, ven 30 ottobre, al posto dell'articolo che i lettori consumati definirebbero editoriale, campeggia un panegirico di Ernesto Galli Della Loggia che, ben inserito nel solco del giavazzi-pensiero, accompagna l'incauto lettore tra "nodi decisivi su cui il progetto [di riforma] innova profondamente".
L'articolo apre, profeticamente, con una citazione del nostro magnifico che con questo pathos commenta il ddl "un'occasione fondamentale per più versi irripetibile". Ora, a parte l'idiozia di sottolineare il parere entusiasta di uno degli estensori del progetto stesso, la prima delle tre innovazioni decantate dal "Della Loggia" è il limite temporale di otto anni posto alla carica di rettore; intrigante, non fosse che proprio il già rettore dei rettori...e della Statale di Milano, fatichi da parecchio tempo a cedere il posto sulla cadrega.
Noncuranti di queste facezie, e scevri da pregiudizi di sorta, proseguiamo nella lettura che è un tripudio di eufemismi; la concentrazione di potere nelle mani del rettore e l'annullamento progressivo del potere contrattuale degli altri soggetti coinvolti dalle decisioni di senato e cda è così confusamente commentato: "rendere il loro ruolo [dei rettori] più incisivo e autonomo sottraendolo alla continua mediazione (sempre anticamera di inefficienza) con le corporazioni interne di ogni tipo".
Sul tema della riforma delle carriere i commenti sono superflui, infatti l'Ernesto non spiega un bel nulla delle possibili implicazioni di questa legge: due contratti "di prova" e a seguire l'assunzione. Benissimo, con quali garanzie? Con quali fondi? Con quali prospettive per chi oggi è assegnista, borsista, dottorando in attesa di risposte? Sono le lenti dei detrattori di marystar ad essere appannate o il corrierone nazionale si sta trasformando nell'ufficio stampa del Miur? In ogni caso la nostra risposta recita più o meno così: "di giavazzi ne bastava uno!"
Già, perchè a pag.1 del corsera di oggi, ven 30 ottobre, al posto dell'articolo che i lettori consumati definirebbero editoriale, campeggia un panegirico di Ernesto Galli Della Loggia che, ben inserito nel solco del giavazzi-pensiero, accompagna l'incauto lettore tra "nodi decisivi su cui il progetto [di riforma] innova profondamente".
L'articolo apre, profeticamente, con una citazione del nostro magnifico che con questo pathos commenta il ddl "un'occasione fondamentale per più versi irripetibile". Ora, a parte l'idiozia di sottolineare il parere entusiasta di uno degli estensori del progetto stesso, la prima delle tre innovazioni decantate dal "Della Loggia" è il limite temporale di otto anni posto alla carica di rettore; intrigante, non fosse che proprio il già rettore dei rettori...e della Statale di Milano, fatichi da parecchio tempo a cedere il posto sulla cadrega.
Noncuranti di queste facezie, e scevri da pregiudizi di sorta, proseguiamo nella lettura che è un tripudio di eufemismi; la concentrazione di potere nelle mani del rettore e l'annullamento progressivo del potere contrattuale degli altri soggetti coinvolti dalle decisioni di senato e cda è così confusamente commentato: "rendere il loro ruolo [dei rettori] più incisivo e autonomo sottraendolo alla continua mediazione (sempre anticamera di inefficienza) con le corporazioni interne di ogni tipo".
Terzo ed ultimo "nodo", come poteva mancare, il tradizionalissimo elogio della meritocrazia made in italy: se pubblichi tanto e i tuoi studenti ti danno delle crocette guadagni di più. Leggiamo questo articolo perchè è inmportante (al di là delle contraddizioni interne sulle quali non vogliamo anticipare altro) osservare come agitando il mostro della "paralisi attuale" ci siano tanti soggetti disposti ad accettare passivamente ciascun tassello della lunga operazione di smantellamento dell'università pubblica e del suo carattere laico.
Istruzione e ricerca sono due settori strategici che decidono del futuro dell'Italia. Che decidono, oggi, se tra vent'anni saremo ancora in grado di stare con onore nella competizione mondiale oppure se continueremo nel declino presente. Ecco appunto; fatta eccezione per l'onore, la competizione mondiale e il declino presente.
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