Lunedì 7 settembre davanti alla Presidenza di Lettere e Filosofia si sono raccolti una cinquantina di studenti per protestare contro la ormai nota Commissione disciplinare del premiato “Asilo Mariuccia Unimi”.
Quando “la Corte” si è presentata fuori dall'aula enunciando i nomi degli “imputati” (Il Cancelliere non era presente causa tagli all'università) i presenti hanno immediatamente precisato con la lettura di un comunicato che non accettavano quel finto processo e non davano nessuna legittimità alla commissione.
L' “udienza” si è svolta quindi a porte aperte o meglio all'aperto, nel bel mezzo di un corridoio dell'Università, dove ogni studente ha espresso il proprio dissenso e la propria indignazione verso l'ennesima truffa dell'Università Statale.
Sono state poste alla commissione diverse domande tra cui le modalità con cui sono stati riconosciuti proprio quegli studenti e il motivo per cui se il chiostro centrale della statale è sacro quando le imprese sborsano la somma adeguata la sua sacralità può essere tranquillamente disturbata.
Gli studenti non hanno ricevuto risposta, proprio per questo hanno deciso di cercarle direttamente da Enrico Decleva: le porte del suo ufficio erano sbarrate. Gli studenti non si sono rassegnati e poco dopo sono riusciti a trovarsi faccia a faccia con il Rettore.
Dopo aver posto le famigerate domande si sentono rispondere che non sono affari loro e che l'università è dello stato per cui aperta a tutti, anche alle imprese (ma agli studenti no!?).
perche' in questo bel paese i governatori di “qualcosa” alle domande non rispondono mai se non con un “non sono fatti vostri”?
Ai posteri l'ardua sentenza.
Uninversi.org, 13 settembre '09
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